Alfa Tau! (Francesco De Robertis, 1942) DVDRip VO

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Alfa Tau! (Francesco De Robertis, 1942) DVDRip VO

Notapor Lobo López » Mié May 02, 2012 1:54 pm

Alfa Tau! (1942)
ImagenAlfa Tau!
Director: Francesco De Robertis
Guion: Francesco De Robertis
Productor: Centro Cinematografico del Ministero della Marina, Scalera Film S.p.a.
Reparto: Giuseppe Addobbati, Marina Chierici, Liana Persi, Lilla Pilucolio, tripulación del submarino "Enrico Toti"
Duración: 90 min.
Película semi-documental, en la que seguimos a la tripulación del submarino italiano “Enrico Toti”, ya sea en los paréntesis que suponen las pequeñas licencias, como en las peligrosas acciones en las que se ve involucrado, ya sean ataques aéreos o la lucha sin cuartel contra los submarinos ingleses enemigos, en el Mediterráneo.
Código: Seleccionar todo
Format                           : AVI
Format/Info                      : Audio Video Interleave
File size                        : 1.37 GiB
Duration                         : 1h 30mn
Overall bit rate                 : 2 182 Kbps
Writing library                  : VirtualDub build 18160/release

Video
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Format                           : MPEG-4 Visual
Codec ID                         : DIV3
Codec ID/Hint                    : DivX 3 Low
Duration                         : 1h 30mn
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Width                            : 720 pixels
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Audio
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Format                           : MPEG Audio
Format version                   : Version 1
Format profile                   : Layer 3
Mode                             : Joint stereo
Mode extension                   : MS Stereo
Codec ID                         : 55
Codec ID/Hint                    : MP3
Duration                         : 1h 30mn
Bit rate mode                    : Constant
Bit rate                         : 128 Kbps
Channel(s)                       : 2 channels
Sampling rate                    : 48.0 KHz
Stream size                      : 82.5 MiB (6%)
Alignment                        : Split accross interleaves
Interleave, duration             : 40 ms (1.00 video frame)
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DVDRip VO:
:flecha: eD2K link Alfa Tau 1942.avi [1.37 Gb] 


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Continuamos con las películas de propaganda y pre-neorrealistas de De Robertis con este filme protagonizado por actores no profesionales, en concreto con la tripulación real del submarino protagonista (oficiales, suboficiales y tripulación). De Robertis decía que este no era un filme de propaganda sino sobre gente anónima, sobre psicología colectiva, libre de teorías e intenciones.
La copia la he encontrado en el emule, y pienso que es un DVDRip, ya que existe DVD de esta película, pero no estoy seguro. No he encontrado subtítulos de ninguna clase.

Comentarios:

- En la encuesta que hizo la revista “Dirigido Por” de las mejores películas del cine bélico, el crítico italiano Giulio Fedeli la nombró en su lista.

- Giuseppe Rausa en su página web (en italiano):
Spoiler: +
Alfa Tau!, Un pilota ritorna e Bengasi: la religione della patria (1942)
”Ho poca fiducia nella nostra razza: al primo bombardamento che distruggesse un campanile famoso o un quadro di Giotto, gli italiani si faranno prendere da una crisi di sentimentalismo artistico ed alzeranno le braccia"
(Mussolini a Ciano, 6 luglio 1941)
Nel 1942, dopo Pearl Harbour e l'entrata in guerra degli USA (dicembre 41), gli italiani comprendono che non solo la guerra sarà lunga ma che probabilmente finira', quanto meno, con una pace di compromesso. La situazione militare nella primavera conosce un certo miglioramento grazie all'intervento tedesco in Africa e alla popolarità di Rommel: ora le truppe italiane e tedesche avanzano in Egitto e si spera nella caduta di Suez; Mussolini passa addirittura una ventina di giorni in Libia (luglio 42), aspettando invano di poter entrare trionfalmente ad Alessandria. In realta' la mancata risoluzione del problema Malta (che comportava il persistere di massicce distruzioni dei convogli con i rifornimenti per Tripoli) e una certa faciloneria di Rommel causano l'arrestarsi del fronte a El Alamein (autunno '42).
Sul fronte interno la situazione e' depressa: il razionamento del pane (novembre '41), la corruzione e la borsa nera, i continui bombardamenti provocano un disagio crescente e un ormai avvenuto distacco dal regime; cresce il desiderio di una pace qualsiasi. Intanto Mussolini è sempre più furioso con gli apparati industriali che si sono comportati con superficialità e lassismo, non provvedendo a rifornire adeguatamente l'esercito.
In questo contesto lacerato Il Centro Cinematografico del Ministero dell Marina presenta il suo terzo film, Alfa Tau!, (80 min.) diretto da De Robertis (come sempre, essendo opera di anonima "devozione patriottica" manca dei titoli di testa). La pellicola, proiettata alla Mostra di Venezia nel settembre '42 rispecchia con sorprendente sincerità la situazione bellica e sociale. Mentre il mondo culturale comincia a prendere le distanze dal regime, De Robertis firma un film fascista e patriottico di assoluta lealtà, una pellicola certamente migliore del troppo celebrato Uomini sul fondo, ma che verrà commentata con imbarazzo (e più spesso "dimenticata") nel dopoguerra per la sua totale adesione al regime. Alfa Tau e' anzi il film piu' bello dell'intera carriera del regista, capace di descrivere con sobrio realismo (gli attori sono ancora veri marinai e gente comune) il lutto e il sacrificio nella prima parte, un quadro complesso e articolato della vita quotidiana sotto le bombe nel pannello centrale e una minuziosa cronaca di guerra in mare aperto nella terza parte. Accanto a un fervido sentimento patriottico e alla simpatia per gli ambienti popolari trovano posto anche alcune acute notazioni politiche, da leggersi tra le righe, di critica al ricco mondo industriale, frivolo e disimpegnato; in tal senso vanno considerati l'intero episodio ambientato nel grande albergo cosi' come la cannoniera che si inceppa nel momento cruciale del combattimento conclusivo, allusione a una produzione bellica inadeguata alla quale i marinai devono rimediare con il loro spirito d'iniziativa. L'ufficiale De Robertis pone in immagini quella concezione virile e antiborghese che il regime aveva inaugurato alcuni anni prima e lo fa con una scrittura compiutamente "neorealista". Le immagini "veritiere" si prestano a veicolare messaggi ideali assai differenti: dipende da quali aspetti della vita si pongono sotto la luce dei riflettori; in ogni caso, piaccia o non piaccia, il "nuovo realismo" filmico in Italia è generato dal momento drammatico che la nazione vive e si manifesta per la prima volta nel cinema fascista di De Robertis.

La prima parte descrive la vita nella base navale dei sommergibili; il clima è improntato al prevedibile festoso cameratismo (come in Uomini e nella Nave bianca) senonche' presto il lutto cancella ogni facile entusiasmo: dapprima il passaggio di un ferito, poi le gravi notizie della morte di un sottufficiale e dell'affondamento del sommergibile X9. Non è più tempo di rassicurazioni: la dolorosa realta' di una guerra incerta e segnata da numerose perdite non può essere nascosta, è cosa troppo nota. Questa sezione si chiude con una sfida: X3 sostituira' e vendichera' il sommergibile affondato.
La parte centrale, la piu' interessante, e' un ricco affresco dell'Italia in guerra. I marinai in licenza vengono a contatto con realta' profondamente differenti. Il comandante passa la sua giornata alla pensione Patria gestita da una burbera e patriottica virago, che gestisce il suo albergo come una caserma: in esso si ascoltano i bollettini di guerra in religioso silenzio, si cena mentre risuona la bellicosa ouverture della Norma belliniana e si incentivano le ragazze ospiti a lavorare per i soldati. Al contrario un altro marinaio si concede una vacanza in un grande e lussuoso albergo nella cui fredda e ovattata atmosfera la guerra sembra quasi assente; la giovane con cui cena ammette il proprio disinteresse per il conflitto: nell'ambito della religione nazionalista professata da questo cinema (vedi il capitolo precedente) è un' "infedele", una donna materialista, che conduce un'esistenza ambigua e deprecabile; tuttavia, prima della fine dell'episodio, avra' modo di redimersi. La vicenda del marinaio che non ha ancora potuto vedere il proprio bimbo e che torna a casa per vedere finalmente il figlioletto nato dieci mesi prima è certamente il più intenso e commovente (la moglie ha perfino preparato per lui un disco con inciso la voce del piccolo); esso esprime pienamente l'ideale fascista di una semplicita' generosa e popolare, dedita ai valori basilari della famiglia e della nazione. De Robertis dipinge dunque una realta' composita e tutt'altro che entusiasmante: edifici bombardati, continui allarmi aerei, lunghe permanenze nei rifugi, corsa ai pochi mezzi pubblici in funzione. Il film è quindi sincero, sia nei mezzi espressivi (attori non professionisti che recitano benissimo, esterni reali, montaggio conciso ed efficace), sia nella sfaccettata galleria di personaggi i quali, nella maggior parte, sembrano essersi abituati a convivere con la realta' bellica; senza nascondere il disagio crescente della popolazione, Alfa Tau! cerca di compensarla attraverso il generale senso di fiducia, di stoico senso del dovere che pervade l'opera e che l'autore spera di comunicare agli spettatori. Alle "rassicurazioni" presenti nei film dell'anno precedente ora si sostituisce questo implicito appello alle forze vitali della nazione, affiche' nel difficile momento collaborino e non si lascino risucchiare da un'improduttiva e dannosa indifferenza.
La terza parte si svolge in mare ed è una vivace cronaca bellica, composta da tanti microepisodi; essa culmina nell'avvincente scontro vittorioso (Alfa Tau significa in codice vittoria) contro il sommergibile inglese che presumibilmente aveva affondato l'X9. In particolare De Robertis non esita a introdurre un episodio di fraterna collaborazione tra i marinai del sommmergibile italiano e quelli di un U-Boot tedesco (viene affidato a questi ultimi che stanno tornando alla base un malato grave), episodio che suona come un muto rimprovero a quell'opinione pubblica che prova naturale (e spesso giustificata) diffidenza nei confronti del prepotente alleato nazista. Nel breve epilogo si ritorna circolarmente alle immagini iniziali: un marinaio bussa alle singole stanze per avvisare che e' ora di imbarcarsi; la dura routine della guerra continua.
L'adesione di De Robertis alla linea politica e militare del fascismo appare dunque totale (i saluti romani si sprecano nel film) e risulta tanto più efficace poiché il film è bello, popolato da personaggi umanamente convincenti e raccontato con piglio asciutto. Da notare al riguardo l'abilità del regista nell'uso del montaggio per attrazione con cui opera una serie di efficaci ellissi, donando al film un andamento conciso e veloce (dote rara nel cinema italiano coevo): una farfalla che vola diviene un indumento gettato su un letto, una discesa sciistica si trasforma nella fotografia di un sciatore, un gruppo di donne che si accalca dietro una porta diviene un gruppo di donne che saluta. Il cineasta "dilettante" De Robertis mostra di essersi familiarizzato con i "segreti" del linguaggio filmico.

Qualche mese prima era uscito il secondo film di Rossellini Un pilota ritorna (84 min.), basato su un soggetto di Vittorio Mussolini (che si firma Tito Silvio Mursino) e una sceneggiatura alla quale collaborarono in molti (tra cui il giovane Antonioni). Il film, pur abbandonando in parte il rigoroso realismo della Nave bianca (soprattutto nella scelta di un protagonista tradizionale quale Girotti), si mantiene tuttavia all'interno di una scrittura sobria e attenta alla verosomiglianza. Diviso in tre parti, come Alfa Tau!, Un pilota ritorna vanta magnifiche riprese aeree di taglio documentaristico nella prima sezione e nell'epilogo, (spesso commentate da un sonoro costituito dai soli rumori dei motori e delle mitragliatrici) e un'accurata ambientazione greca con gli inglesi e gli abitanti locali che parlano nella propria lingua (spesso senza l'ausilio dei sottotitoli, per rendere l'impressione di smarrimento dei detenuti italiani). Anche nella narrazione (ambientata nella primavera '41) il film assomiglia al secondo lavoro di De Robertis, pur senza possederne la ricca articolazione ideologica; anch'esso riflette, senza infingimenti, una situazione bellica tutt'altro che rosea: in particolare la durezza delle condizioni di vita dei prigionieri e la terribile sequenza dell'amputazione di una gamba a un ferito grave, rendono il film un'opera di propaganda sincera e priva di forzature, volta a sollecitare soprattutto nel combattente la determinazione a lottare generosamente, nonostante le molte avversita'.

La prima parte, ambientata nella base aerea, descrive con efficace realismo l'attività delle squadriglie di bombardieri (trimotori Cant Z. 1007 detti Alcione) all'interno dell'abituale atmosfera di gioioso cameratismo. La musica di Renzo Rossellini propone un trascinante leitmotiv "bellico" che accompagnera' buona parte delle sequenze aeree, nonche' l'episodio finale della fuga. Tuttavia il lutto segna gia' questa sezione (muore un ufficiale durante un combattimento aereo e il protagonista, il tenente Rossati, lo sostituisce), evidenziando da un lato l'eroismo dimesso di questi aviatori, dall'altro la tragica serieta' della guerra.
Rossellini approfondisce questo atteggiamento veristico nella sezione centrale, raccontando la dura prigionia di Rossati (il suo aereo e' stato abbattuto) in terra greca, a contatto con soldati inglesi descritti come sprezzanti e meschini. In particolare l'episodio dell'aviatore malato, al quale, in situazioni igieniche di fortuna, viene amputata una gamba, si imprime nella mente per la sua sincera crudezza. Segue la lunga e faticosa marcia verso l'imbarco dei prigionieri diretti in India: il film conosce qui una certa monotonia, anche se viene soccorso da un secondo, intenso leitmotiv musicale che, con il suo andamento mesto e ripetitivo, arricchisce le immagini di un sentimento nobile e dolente.
Durante la lunga marcia non manca un doveroso riferimento all'alleato tedesco (uno stuka bombarda un ponte), ritratto però solo nella sua pura e temibile potenza distruttiva, laddove il più allineato De Robertis delineava figure anche umanamente simpatiche (nella sequenza dell'incontro dei due sommergibili).
L'ultima parte narra il bombardamento italiano e la fortunosa fuga di Rossati. L'articolazione narrativa è qui piuttosto approssimativa e il racconto si anima solo con le magnifiche sequenze aeree dell'epilogo (il fuggitivo che rientra a bordo di un caccia inglese, sotto i colpi dell'ignara contraerea italiana) per culminare in un emozionante finale che, pur nella radicale differenza della situazione, anticipa la poetica conclusione di Ladri di biciclette: stordito e sanguinante Rossati scende finalmente dall'aereo circondato dai compagni increduli e marcia, con aria smarrita, in direzione della mdp. In entrambi i finali, pervasi da una commossa semplicità, i protagonisti escono, provati, da un'intensa esperienza emotiva; in entrambi gli autori sanno "registrare" con un linguaggio essenziale e "neorealistico" quello stato d'animo sconvolto.

Nel febbraio 1941 il fronte cirenaico di Graziani non regge all'urto dell'esercito inglese e Bengasi viene occupata il 6 febbraio. La situazione bellica e' delicata e Mussolini è costretto ad uscire dalla fiera logica della guerra italiana autonoma e "parallela", chiedendo a Hitler aiuti sostanziosi per l'Africa settentrionale. Giungono le forze di Rommel e gli italiani sono costretti all'umiliazione di operare nei loro territori, sotto la guida del popolare generale tedesco. Ciononostante e' totale merito del fantasioso Rommel se, in soli tredici giorni (30 marzo-13 aprile 1941), con una sorta di temeraria blitzkrieg che coglie di sorpresa gli inglesi, Bengasi viene ripresa (4 aprile) insieme all'intera Cirenaica (meno Tobruk) ovvero un territorio di circa 1000 chilometri. Tra queste due date si svolge il film corale di Genina, Bengasi (102 min.), presentato alla mostra di Venezia nel settembre 1942 (come Alfa Tau!) dove viene premiato con il massimo riconoscimento della coppa Mussolini. Quando il film viene presentato, Bengasi e' intanto nuovamente "caduta" (in mani inglesi, 25 dicembre 1941) e "risorta" (grazie sempre a Rommel nel maggio 1942) prima della disfatta definitiva di El Alamein (novembre 1942).
Augusto Genina, nato a Roma nel 1892, esordisce nel cinema come soggettista e regista nel 1913. Tra il 1927 e il 1936 lascia l'Italia e gira numerosi film in Germania, Francia e Austria. Rientrato nella penisola ottiene due grandi successi con Squadrone bianco (1936), melodramma eroico ambientato in Tripolitania, e L'assedio dell'Alcazar (1940), rievocazione della strenua resistenza delle forze italiane all'interno dell'Alcazar di Toledo assediato dai repubblicani nel 1938. Bengasi e' dunque la terza pellicola spettacolare e propagandistica dell'autore. Racconto ben organizzato con il suo intrecciarsi di quattro storie all'interno di una Bengasi perfettamente ricostruita a Cinecittà, il film soffre però di una notevole artificiosità se confrontato con le opere coeve di De Robertis e Rossellini: le quattro storie iniziano in modo interessante ma precipitano poi verso una china melodrammatica estremamente improbabile mentre il confronto tra italiani buonissimi e inglesi sadici e spietati (l'effetto generale è purtroppo quello di rendere ogni affermazione non credibile, anche quando giustamente un personaggio accusa gli inglesi "di bombardare case e ospedali") risulta anch'esso schematico e falso.

Un ufficiale (Giachetti) obbliga moglie (Vivi Gioi) e figlio a lasciare Bengasi prossima alla caduta; un uomo d'affari (Nazzari) diviene amico degli inglesi e si lega sentimentalmente a una donna conosciuta per caso; una madre cerca il proprio figlio tra i reduci; una prostituta di buon cuore nasconde nella sua stanza, a rischio della vita, un soldato ferito. Durante il viaggio il figlio muore e la moglie nasconde la tragedia al marito ora invalido (ha perso un braccio); l'uomo d'affari, sospettato di collaborazionismo con le forze di occupazione (e tale creduto dall'innamorata secondo il logoro schema narrativo dell'equivoco, schema dominante la storia del teatro d'opera italiano), è in realtà un ufficiale italiano in missione segreta; il figlio viene ritrovato cieco ma sereno mentre gli inglesi uccidono suo padre e devastano la sua casa; la prostituta cambia vita e probabilmente sposera' il soldato. Come si vede anche Genina e gli sceneggiatori Betti e De Stefani non nascondono la durezza della guerra, il suo costo di sangue e sofferenze ma piegano gli avvenimenti a esiti improbabili e ad atteggiameni inverosimili in attesa del trionfale lieto fine che vede rientrare le forze italotedesche in Bengasi, in un tripudio di nandiere italiane e naziste. Così l'ufficiale in incognito trova il tempo per avventure galanti a Bengasi, anzi decide di chiedere in sposa una donna dopo aver passato mezza giornata con lei (siamo al fumettone rosa); il reduce è cieco ma è felice (!), dice che dopotutto non fa niente, manca poco che affermi che preferisce così e che la vista è un organo di cui si può tranquillamente fare a meno; gli inglesi che devastano la sua casa sono dei bruti che non trovano niente di meglio da fare che giocare al tiro al bersaglio con dei canarini prima di uccidere a sangue freddo il nobile vecchio che (stupidamente) si oppone loro con una vanga per salvare un albero; il mito della prostituta buona è un luogo comune che ci tocca subire dai tempi di Traviata e l'esempio presente non si discosta dalla norma. Solo la vicenda dell'ufficiale mutilato al quale la moglie tiene celato fin quasi alla fine la morte dell'amatissimo bambino conosce accenti di semplice e sobria verità, grazie anche alla bella interpretazione di Giachetti (premiato a Venezia con la coppa Volpi) e di Vivi Gioi.
Bengasi è un prodotto propagandistico ben confezionato, adatto alle necessità del regime che infatti lo premia a Venezia, preferendolo al certamente migliore Alfa Tau!. Nel suo dipingere gli inglesi come un'orda barbarica e nel suo distorcere gli eventi piu' drammatici, calandoli in un'atmosfera di sostanziale ottimismo, il lavoro di Genina cerca di suscitare nel pubblico uno sdegno attivo; è insomma un buon esempio di quella religione laica della patria costantemente rinnovata con ogni mezzo mediatico dal regime fascista.
(http://www.giusepperausa.it/alfatau.html)


Saludos
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Re: Alfa Tau! (Francesco De Robertis, 1942) DVDRip VO

Notapor aguadulce » Mié May 02, 2012 5:40 pm

Muchas gracias Lobo Lopez
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Re: Alfa Tau! (Francesco De Robertis, 1942) DVDRip VO

Notapor nguada » Jue May 03, 2012 7:22 am

Muchas gracias Lobo lopez por habernos traido esta película.
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Re: Alfa Tau! (Francesco De Robertis, 1942) DVDRip VO

Notapor JGUTII » Dom May 06, 2012 8:23 am

Muchas gracias, Lobo. C&C :hola:
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